Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. (Apocalisse 1:1-2)

 2023/09/25


110. Successori degli apostoli, parte 5

Come abbiamo esaminato, Gesù ha espiato con le sue parole le colpe e i peccati del popolo descritto all'inizio della Genesi. È anche per questo che la preghiera "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" (Matteo 6:11) è posta al centro del Padre Nostro. 

Questa preghiera deriva dalle parole che Dio decretò nella Genesi: "Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!" (Genesi 3:19), dopo che Adamo "hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato: 'Non devi mangiarne'" (Genesi 3:17). Adamo disse a Dio: "La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato" (Genesi 3:12), il che significa che non solo ha disobbedito al comando di Dio, ma ha anche commesso una doppia colpa perché ha attribuito a Dio la causa della sua disobbedienza. 

Dio disse ad Adamo: "Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita" (Genesi 3:17) e gli impose di espiare queste colpe mangiando il pane "con il sudore del tuo volto". Questo è il motivo per cui Gesù ha scelto degli uomini come apostoli. Gesù li ha formati e ha voluto che, maschi come Adamo, accettassero l'opera della nuova alleanza per poter continuare la sua opera di redenzione. Per questo, nell'ultima cena, affidò loro l'opera di far nascere l'Eucaristia in collaborazione con lo Spirito Santo, dicendo: "Fate questo in memoria di me" (Luca 22:19). Un'opera che consiste nel continuare a compiere il segno del pane, come fece Gesù, in risposta alla preghiera "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", mangiando il pane "con il sudore del tuo volto". 

Anche la prima "donna" disobbedì alle parole di Dio, lasciandosi ingannare dal "serpente". Dio disse al "serpente": "Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno" (Genesi 3:15), e aggiunse al corpo della donna la funzione di trasmettere ai suoi discendenti l'"inimicizia che Dio ha posto", in modo che le persone potessero percepire il "serpente" d'ora in poi. Questa pesante responsabilità fece sì che le donne partorissero figli con dolore (cfr. Genesi 3:15-16). Da queste donne sarebbero nati i successori degli Apostoli, che avrebbero portato avanti l'opera di redenzione di Gesù. Gesù, quindi, ha donato anche alle donne le parole che il Padre celeste ha rivelato all'apostolo Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Matteo 16:16). 

Ciò avvenne in una conversazione tra Gesù, che era venuto a Betania per risuscitare Lazzaro, e Marta, che gli era uscita incontro. Questo è il momento in cui Gesù ha annunciato le parole "Non morirete affatto!" che il "serpente" aveva detto alla donna nella Genesi, e le ha riscritte come Parola di Dio, (cfr. blog№108). Cioè come segue: 

"Gesù le disse: 'Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?'. Gli rispose: 'Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo'". (Giovanni 11:25-27). 

Da continuare.

Maria K. M.


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