2024/11/11
169. La conoscenza tacita
Al tempo di San Francesco, nella Chiesa cresceva l'interesse per l`Eucaristia e stava emergendo nuove forme di vita religiosa. In tale contesto, se lo Spirito Santo portò Francesco a comprendere le verità del Vangelo di Giovanni e dell'Apocalisse dal Crocifisso di San Damiano, ciò non poteva che essere opportuno. Tuttavia, chi riceve la rivelazione divina, anche nel momento in cui collabora con lo Spirito Santo, è fondamentalmente un essere umano che viaggia in questo mondo. Perciò non comunicano più di quello che hanno visto, come scrive Giovanni, l'autore dell'Apocalisse: “[Giovanni] attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto” (Apocalisse 1,2). Tenendo presente questo, vorrei esaminare la comprensione di Francesco utilizzando come guida i materiali direttamente correlati a lui.
È degno di nota il fatto che “Il Corpo del Signore”1, il primo tema delle Ammonizioni attribuite a Francesco, inizi con le parole del Vangelo di Giovanni. Dopo aver scritto "Il Signore Gesù dice ai suoi discepoli", Francesco cita le parole di Gesù, "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo mio" (Giovanni 14,6), attraverso il dialogo tra Gesù e Filippo, fino a "Chi vede me, vede anche il Padre mio" (14,9). Da lì, egli affermò: “Ma neppure il Figlio, in ciò per cui è uguale al Padre, è veduto da alcuno altrimenti che il Padre, altrimenti che lo Spirito Santo”.
Era per ammonire che “Perciò tutti quelli che videro il Signore Gesù Cristo secondo l’umanità, e non videro e non credettero secondo lo spirito e la divinità che egli è vero Figlio di Dio, sono dannati. Così pure adesso, tutti quelli che vedono il sacramento che per la mano del sacerdote viene consacrato sull’altare mediante le parole del Signore, nella specie del pane e del vino, e non vedono e non credono, secondo lo spirito e la divinità, che sia veramente il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono dannati”. In realtà aveva visto molte persone vivere come coloro che sono già condannati al peccato.
D’altra parte, si trovava in una condizione in cui poteva dire: “Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalle sedi regali scese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in umili apparenze; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E, come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora a noi si mostra nel pane sacro”. Poi incoraggia: “E come essi, con i loro occhi corporei, vedevano soltanto la sua carne ma lo credevano Dio poiché lo contemplavano con gli occhi dello spirito, così pure noi, vedendo con gli occhi del corpo il pane e il vino, dobbiamo vedere e credere fermamente che sono il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero”. Francesco stesso deve aver preso sul serio queste parole. Tuttavia, suppongo che questo consiglio fosse difficili da mettere in pratica per lui che aveva la conclusione che “neppure il Figlio, in ciò per cui è uguale al Padre, è veduto da alcuno altrimenti che il Padre, altrimenti che lo Spirito Santo”.
Gesù disse alla folla: “E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato” (Giovanni 5:37-38).
Le parole “il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me” si sono realizzate quando Gesù ha detto a Pietro: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” (Matteo 16:17). Queste parole erano in risposta alle parole di Pietro a Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (16:16). Anche Pietro stesso, che pronunciò queste parole e gli altri discepoli che le udirono avevano in sé le parole del Padre. Essi credevano in "colui che il Padre ha mandato" (cfr. Giovanni 17:8).
Le parole “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, che il Padre celeste aveva rivelato, rimangono in coloro che le ascoltano. Così, quando i fedeli che partecipano alla liturgia della Messa proclamano con il sacerdote ad alta voce queste parole, che il Padre celeste ha rivelato a Pietro, verso l'Eucaristia da lui mostrata e prendono e mangiano l'Eucaristia consegnata dal sacerdote, possono rispondere all'incoraggiamento di Francesco: "Dobbiamo vedere e credere fermamente che sono il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero”.
Inoltre, le parole rivelate dal Padre celeste formano la conoscenza tacita nella memoria di quei fedeli che le proclamano ad alta voce e le ascoltano. È la roccia di cui Gesù disse a Pietro: “E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (Matteo 16:18).
Da continuare.
Maria K. M.