Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. (Apocalisse 1:1-2)

 2024/04/15

139. La casa di Dio

Recentemente, ho ricevuto un gentile richiamo da parte di alcuni lettori europei di questo blog, che mi hanno fatto notare che le mie idee sugli spiriti maligni e su Satana non sono in linea con gli insegnamenti della Chiesa. Vorrei quindi prendermi un po' di tempo per riflettere su questi argomenti. La maggior parte dei cristiani giapponesi, me compresa, hanno ricevuto il battesimo da adulti. Quando chiedo delle loro esperienze, scopro che molti di loro hanno avuto un primo incontro con Dio che li ha portati al battesimo. Nel mio caso, risale a quando avevo sei anni. 

Cattedrale di Santa Maria a Tokyo
Un giorno iniziai a notare un dirupo che all'epoca mi sembrava molto ripido, che si ergeva in un angolo del parco in cui giocavo. Chiesi a un adulto che passava di lì cosa ci fosse in cima alla scogliera. La persona rispose: "Lì c'è la casa di Dio" e se ne andò. Allora volevo davvero vederla, senza sentire i miei amici che mi fermavano, cominciai a scalare il dirupo in un sol colpo. 

Quando arrivai in cima, apparve davanti a me un'alta recinzione. Al di là di essa, alberi ed erbacce coprivano l'area, così non potevo vedere cosa c'era davanti a me. Iniziai a scalare la recinzione. Ma mentre salivo, fui improvvisamente colta da un pensiero: e se ci fosse un cane? Avevo paura dei cani, essendo stata morsa da uno di essi quando ero molto più giovane. Pensando a questo, mi sembrò di sentire un cane abbaiare dai cespugli al di là della recinzione. 

A malincuore scesi dal recinto, mi girai e guardai giù dal dirupo che avevo scalato. Vidi i visi piccoli e rotondi dei miei due amici che mi guardavano preoccupati e non riuscii a scendere perché mi sentivo debole alle ginocchia. In quel momento mi e` sembrato di sentire una voce che diceva: "Scendi come sei salita!". Obbedii alla voce, scesi lentamente girandomi all'indietro fino a mettere i piedi a terra. 

In seguito, un altro bambino si arrampicò sulla scogliera e cadde, ferendosi, così la mia scuola proibì severamente di arrampicarsi sulla scogliera. Rimpiansi per sempre di aver rinunciato a scalare la recinzione a causa della mia paura dei cani. Molto più tardi venni a sapere che i terreni al di là di quella recinzione erano i locali di un hotel e che al di là di essi si trovava la Cattedrale di Santa Maria, Tokyo. 

Chiesa di Sant'Anselmo

A quel tempo, andare in chiesa a Natale era di moda in Giappone. Mia madre fu invitata da una sua amica ad andare in chiesa la vigilia di Natale di quell'anno. Mi portò con sé. Era la chiesa di Sant'Anselmo a Meguro, Tokyo. Non appena entrai in chiesa, provai una forte sensazione difficile da descrivere e, dopo la Messa, chiesi all'amica di mia madre: "Cosa devo fare per essere come te?". Lei mi rispose felicemente che avrei potuto esserlo se prendessi il battesimo. Immediatamente dissi chiaramente: "Prenderò il battesimo!". Ricordo ancora quella mia voce, insieme a quella severa di mia madre che si voltò e disse: "Non se ne parla, assolutamente no". A quel tempo, mia madre era come un dio per me. Rimasi in silenzio, abbassai lo sguardo e non dissi altro. Avevo sette anni. 

Chiesa di Shimoigusa

In breve tempo, quando compii 10 anni, la mia famiglia si trasferì nella periferia di Tokyo. Il giorno in cui salutai i miei buoni amici e andai per la prima volta nella mia nuova scuola, pioveva e io seguii mia madre che avanzava a grandi passi. Quando salimmo sul ponte pedonale che attraversava la strada principale, rimasi a bocca aperta. Vidi un alto campanile con una croce proprio dietro l'edificio scolastico di fronte a me. Era la chiesa salesiana di Shimoigusa. Più tardi, da adulta, ho ricevuto il battesimo in questa chiesa senza consultare nessuno della mia famiglia. Questo è ciò che Dio è stato per me. 

Da continuare.

Maria K. M.

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