Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. (Apocalisse 1:1-2)

 2025/09/16


213. Il processo di assaporare l'esperienza di un cristiano completo e le sensazioni che si ottengono durante questo percorso. 

Ripensando sulla riflessione precedente, possiamo dire che le parole del centurione in Matteo e Luca erano le parole di di un uomo che, pur non conoscendo il piano di Dio riguardo a Roma, cercava di conciliare la sua fede in Gesù con la sua posizione di soldato romano. Non voleva che “quelli che lo [Gesù] seguivano” (Mt 8,10) o la “folla” (cfr. Lc 7,9), che seguiva Gesù e gli anziani, venissero a casa sua. Tuttavia, quando Gesù sulla croce esalò l'ultimo respiro, il centurione vide ciò che lì era accaduto e si rese conto che “Davvero costui era Figlio di Dio!” (Mt 27,54). 

Inoltre, dopo la discesa dello Spirito Santo, gli Atti degli Apostoli descrivono il centurione: “Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio” (At 10,2). L'interazione del centurione con l'apostolo Pietro (cfr. 10:1-48) fu il catalizzatore per il passaggio della Chiesa all'opera missionaria presso i Gentili. Attraverso la serie di episodi del centurione qui rappresentati, possiamo vedere il processo di assaporare l'esperienza di diventare un cristiano completo. Questa era la forza della grazia di chi ha percepito Gesù con tutti e cinque i sensi. 

Possiamo rintracciare questa crescita della fede del centurione nella prima metà dell'Apocalisse. I capitoli 1-3 dell'Apocalisse descrivono, sotto forma di lettere, gli angeli delle sette chiese che cercano di svolgere il loro ministero facendo i conti con se stessi e con lo stato attuale delle chiese, proprio come il centurione fece i conti con la propria posizione e la propria fede in Gesù. La profezia sulla formazione del Nuovo Testamento, che inizia nel successivo capitolo 4, conduce tutti coloro che leggono il Nuovo Testamento alla croce di Gesù, proprio come il centurione che vi stava accanto. 

Inoltre, è nella liturgia della Messa che seguiamo l'esempio del centurione, che era “religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. La routine di formazione spirituale dell'Apocalisse è pensata per sovrapporsi strettamente a quella della Liturgia della Messa, sostenendo e preparando la memoria quotidiana dei credenti nel periodo che intercorre tra la fine della Messa e la Messa successiva. Durante la liturgia della Messa, i fedeli si trovano faccia a faccia con l'Eucaristia. Qui, confessando che l'Eucaristia è Gesù Cristo e ricevendola, hanno la stessa consapevolezza del centurione che disse: “Davvero costui era Figlio di Dio!”. Questa routine è il processo per assaporare l'esperienza del cristiano completo e quella della formazione spirituale della Rivelazione. 

Così come dal rapporto tra il centurione e l'apostolo Pietro ha dato alla Chiesa lo slancio per andare verso la missione dei gentili, quando l'addestramento spirituale  nell'Apocalisse che sostiene la missione, si sviluppa nella seconda metà, l'apprendista entra nel processo di conoscenza di sè, distinguendo tra le parole della rivelazione che sono entrate nella sua memoria e le “informazioni umane”. Ripetendo più volte la routine dell'addestramento spirituale della Rivelazione, l'apprendista riconoscendo gradualmente la propria immagine che si svela, cambia il modo in cui vede ciò che lo circonda. Da qui nasce l'impulso per la missione. Inoltre, quando diventa più sensibile all'“informazione umana” e comincia a vederne l'opera, si comprende il significato delle parole di Gesù, che ha testimoniato: "Se invece me ne vado, lo manderò [il Paràclito] a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio" (Gv 16,7-8) e avrà il privilegio di collaborare con lo Spirito Santo. 

Il Padre e il Figlio attendono che la nuova profezia sia provata su di noi, futuri credenti. Lo Spirito Santo, inviato nel nome di Gesù, ha quindi preparato il Nuovo Testamento, compresa l'Apocalisse, e la Liturgia della Messa affinché tutti i credenti possano attraversare il processo di assaporare l'esperienza di diventare un cristiano completo e possano raggiungere la realizzazione che ne deriva. Per questo, le parole di Gesù, quando disse: “E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno” (Gv 6,39), appartengono a molti credenti che rimarranno sempre vulnerabili. Le parole che ha continuato sono la speranza dell'umanità: “Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno” (6,40). 

Maria K.M.


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