2025/03/10
186. Il testimone dell'apostolo Giovanni
Nella scena finale del Vangelo di Giovanni, in cui Gesù risorto appare ai sette discepoli che stanno pescando, l'evangelista Giovanni spiega le parole di Gesù in risposta alla domanda posta dall'apostolo Pietro: "Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: 'Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?'" (Giovanni 21:23). "Quel discepolo" è il "discepolo che Gesù amava" (21:20), cioè l'apostolo Giovanni. Il motivo per cui "Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto" era perché Gesù aveva detto mentre era in vita: "In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza" (Marco 9:1).
La seguente significativa frase, "Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: 'Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?'" suggerisce come indizio l'Apocalisse con le parole "finché io venga". L'Apocalisse fu scritto su una pergamena dall'autore Giovanni, descrivendo ciò che aveva visto, per inviarlo alle sette chiese in Asia (cfr. Apocalisse 1:11). Il tema centrale delle lettere alle sei chiese, oltre a quella di Smirne, è la frase “Vengo”.
Osservando come la frase “Vengo” è espressa in ogni
lettera, vedremo che la formulazione cambia nel tempo. Nella lettera alla
chiesa di Èfeso, leggiamo: "Se invece non ti convertirai, verrò da te e
toglierò il tuo candelabro dal suo posto" (Apocalisse 2:5). Nella
lettera alla chiesa di Pèrgamo leggiamo: "Convèrtiti dunque; altrimenti
verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca"
(2:16). Alla chiesa di Tiàtira dice: "Ma quello che possedete tenetelo
saldo fino a quando verrò" (2:25). E alla chiesa di Sardi: "Se
non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io
verrò da te" (3:3). Fino a questo punto, il tema “Vengo” è un avviso
per il futuro.
Alla chiesa di Filadèlfia, tuttavia, diventa il futuro prossimo, con le parole "Vengo presto" (3:11). Infine, per la chiesa di Laodicèa, diventa il presente, con le parole "Ecco: sto alla porta e busso" (3:20). Poi dice: "Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me". La persona che “ascolta la mia voce e mi apre la porta” è una pecora che può sentire la voce del buon pastore che dà la vita per le pecore (cfr. Giovanni 10:11-14), cioè i discepoli di Gesù. La frase "apre la porta" significa stabilire il Nuovo Testamento. La scena dell'Ultima Cena in cui Gesù istituì l'Eucaristia è in essa. Poi, l'Apocalisse continua.
"Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono" (3:21).
Le parole “finché io venga” nelle ultime parole di Gesù risorto nel Vangelo di Giovanni, "Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?" dovevano significare "finché il Nuovo Testamento fosse stato stabilito". E Giovanni, che interpretò quelle parole, aveva già una premonizione dell'Apocalisse.
Maria
K. M.